Uno stimolo non solo motorio
Intervista a Gianluca Bugli, fisioterapista

L’Alzheimer oltre alla memoria colpisce anche la motricità. Ecco perché l’Associazione Alzheimer Rimini si avvale del fisioterapista Gianluca Bugli, che aiuta a livello pratico le persone affette da deterioramento cognitivo e i loro caregiver. Gianluca si racconta in questa intervista, offrendovi anche consigli e accorgimenti da poter effettuare ogni giorno nelle vostre case.

< Prima di intraprendere questa esperienza ho lavorato raramente con persone con la malattia di Alzheimer, ma conosco le problematiche di demenza senile da vicino perché mio nonno ne ha sofferto. Per questo so come si sentono i famigliari e cosa devono affrontare quotidianamente – spiega Gianluca – mi sono reso subito conto che fai visita non solo al paziente ma anche alla sua famiglia. Capisco la pesantezza emotiva che questa patologia fa scaturire e le relative problematiche, quindi cerco di scambiare conversazioni non solo tecniche ma anche umane >.

Al momento Gianluca Bugli ha avuto contatti con persone che sono in una fase preliminare della patologia: < Fin dall’inizio le persone possono cadere; insorgono problematiche legate all’equilibrio o alla coordinazione ed è in questi momenti che la fisioterapia da il suo miglior risultato. In questo periodo di pandemia ci sono meno stimoli, gli ambienti comunitari sono chiusi, e quindi nonostante le famiglie siano presenti, un velo di solitudine scende anche fra queste persone. E’ quindi importante andare a smuovere la routine giornaliera e trovare qualcuno che le stimoli a livello motorio e psicologico>.

La fatica di doversi alzare dal letto, con la consapevolezza che ogni giorno è uguale all’altro, genera demotivazione anche in queste persone così fragili: < Quando lavoro con questa tipologia di pazienti, cerco sempre di avere informazioni sul loro passato per instaurare una relazione e cogliere spunti per proporre un’attività mirata. Per esempio, seguo un uomo che ha avuto diversi episodi di cadute. L’intervento su di lui è stato globale. Ha una moglie molto attiva che desidera stimolarlo perché lo vede rallentato. Quando ho scoperto che suonava la batteria, gli ho proposto alcune attività basate sul ritmo per stimolare la parte motoria e quella cognitiva. Abbiamo utilizzato le sue vecchie bacchette per la batteria, della musica e dei grandi palloni da percuotere con le braccia. Quando vedi la persona che hai di fronte reagire agli stimoli, non resti mai indifferente, anche se si cerca di non eccedere nell’emotività>.

Gianluca spiega anche quali accorgimenti si possono adottare per la sicurezza delle persone affetta da malattia di Alzheimer :< Ovviamente ogni abitazione e situazione sono differenti, ma sono convinto che se si vuole aiutare la persona, anche il caregiver deve salvaguardarsi sia psicologicamente che fisicamente. Nell’appartamento si potrebbero togliere i tappeti, oppure in bagno avere delle staffe fissate al muro con le quali la persona può aiutarsi quando deve alzarsi dal wc oppure un alza-water. Sempre in bagno si potrebbe togliere la vasca e avere una doccia di quelle aperte, con una sedia su cui potersi sedere per non scivolare. Questi sono alcuni esempi ma ogni situazione è diversa. Non dimentichiamo che nonostante l’Alzheimer, la persona ha bisogno, specie nella fase iniziale, di mostrarsi al meglio, quindi se non è ancora emotivamente pronta all’utilizzo del deambulatore o del bastone, basterà porgerle il proprio braccio per sorreggerla durante la passeggiata all’aperto. Per ridurre il rischio di caduta è importante svolgere un’attività fisica regolare perché aumenta coordinazione, equilibrio, benessere psico-fisico e propriocezione>.

Cinzia Ricci

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